Lambito della musica classica è tendenzialmente conservativo, nel senso che unopera o un autore impiegano molto tempo prima di diventare parte integrante e riconosciuta del repertorio. Tra i compositori nostri contemporanei, praticamente, non cè ancora riuscito nessuno, con una sola eccezione: il musicista estone Arvo Pärt. La puntata di Paganini di domenica 9 novembre - dalle 10.30 su RSI LA1 - è dedicata a lui e ai suoi 90 anni appena compiuti. Per celebrarlo, vengono presentate due composizioni iconiche a cavallo di quellevoluzione stilistica che - nel corso degli anni Settanta - portò Arvo Pärt dalla pratica avanguardistica a una poetica personale, unica e riconoscibilissima, chiamata stile tintinnabuli. Dapprima - con una preziosa introduzione del direttore Paavo Järvi - la Sinfonia n. 3 composta nel 1971, nellesecuzione dello stesso Järvi alla testa della Estonian Festival Orchestra. In seguito, una delle prime composizioni sacre che rese Pärt celebre in Occidente. Era il 1988, il Muro di Berlino era ancora in piedi ma il gruppo vocale inglese Hilliard Ensemble - e soprattutto letichetta ECM, che aveva scoperto Arvo Pärt già quattro anni prima - erano andati a cercare nella spiritualità baltica un oggetto musicale sorprendente, al tempo stesso contemporaneo e arcaico: la Passione secondo Giovanni. Il seguito fu la storia di un successo musicale e umano che non ha lasciato indifferenti nemmeno i più grandi registi della nostra epoca, da Jean-Luc Godard a Gus Van Sant, da François Ozon a Paolo Sorrentino ad Alfonso Cuarón. - La Sinfonia n. 3 di Arvo Pärt - La Passione secondo Giovanni